PGD Diagnosi genetica preimpianto
Con questo termine si intende la tecnica di analisi del patrimonio genetico dell’embrione umano prodotto “in vitro” (quindi in condizioni di fecondazione con embryo-transfer o FIVET) mediante l’asportazione di un solo blastomero dall’embrione allo stadio di 8 cellule.
Tale metodica, molto delicata e sofisticata, si esegue mediante la biopsia dell’embrione coltivato in vitro in genere dopo 48 – 72 ore dalla fecondazione.
A questo stadio di sviluppo le cellule che formano l’embrione umano son ancora totipotenti: non si verificheranno, quindi, anomalie strutturali nel futuro bambino o mancanze di organi se vengono rimossi uno e due blastomeri. Le indagini genetiche eseguibili sui blastomeri embrionali sono:
In Italia è oggi legalmente possibile eseguire solo le prime due tecniche.
La PGD rappresenta uno strumento estremamente potente non solo per migliorare il tasso di successo delle tecniche di FIVET (escludendo gli embrioni cromosomicamente anomali dall’impianto, migliora molto il tasso di attecchimento della FIVET), ma anche per ottenere bimbi sani.
Nei casi in cui la gravidanza in corso sia stata ottenuta con FIVET e successiva PGD non è necessario eseguire diagnosi prenatale invasiva per la determinazione del cariotipo fetale e/o di malattia genetica poiché tali esami sono già stati effettuati durante la fase “in vitro” dell’embrione, compresa tra il “pick-up” degli ovociti ed il transfer degli embrioni.