Agopuntura e fertilità
Nonostante l‘agopuntura appartenga al contesto culturale della medicina tradizionale cinese e venga classificata nell’ambito delle “medicine alternative”, essa sembra svolgere un ruolo importante anche nell’ambito della
PMA, potenziando sia la risposta della donna alla terapia di stimolazione ovarica sia l’attecchimento degli embrioni prodotti “in vitro”.
In questi casi viene prescritta soprattutto quando siamo di fronte a coppie con
fertilità molto difficile, nella quali ci si aspetta una
scarsa risposta (“poor response”) ovarica alla terapia di stimolazione o un basso indice di attecchimento degli embrioni in utero. La stessa tecnica sembra comunque avere efficacia anche per migliorare gli indici di
fertilità maschile.
L’agopuntura si basa sull’affermazione che ogni essere umano possiede un’energia vitale che fluisce per tutto il corpo lungo invisibili canali chiamati
meridiani, i quali prendono il nome, in genere, dall’organo che attraversano (quelli
associati alla riproduzione sono
rene, fegato e milza).
Ogni organo ha un ruolo fondamentale per mantenere l’energia vitale e ognuno lavora per il corretto funzionamento di tutto il corpo. La malattia quindi viene individuata come uno
squilibrio tra i vari organi/apparati.
Nel caso di problemi riproduttivi si cerca di regolare le “valvole” associate ai meridiani della riproduzione introducendo aghi sterili molto sottili sulla pelle in corrispondenza dei punti identificati come “critici” per la patologia in atto. Tale tecnica è
indolore.
In genere i migliori risultati si ottengono quando l’agopuntura è associata anche alla adozione di uno
stile di vita sano: dieta equilibrata, attività fisica costante a carattere ricreazionale, abolizione del fumo e della assunzione di alcolici.